Windows ha bisogno di arm, e Qualcomm ha bisogno di Windows
Mentre Windows detiene la quota di mercato più bassa di sempre e deve fronteggiare nuove minacce, Qualcomm sta cercando si entrare nel settore dei personal computer per provare a crescere ancora. E alla fine saranno gli utenti a trarre vantaggio dalla collaborazione tra Microsoft e Qualcomm.
Il tempo passa in fretta. Sarà anche soggettivo, ma credo che nel quartier generale di Microsoft abbiano la stessa sensazione, anche perché sono passati ormai più di undici anni dal lancio del primo Windows RT, la prima versione di Windows ad essere compilata nativamente per arm, eppure sembra che ancora oggi questa variante di Windows sia al livello “prototipo” e che in Microsoft non si siano accorti del fluire inesorabile del tempo.
Quella release fu un flop totale – letteralmente – eppure riuscì in qualche modo a sopravvivere. Windows 10 su arm ha poi migliorato la situazione, e un aiuto non indifferente è arrivato grazie all’accordo del 2016 tra Microsoft e Qualcomm per l’esclusiva sulla progettazione di SoC arm pensati appositamente per i laptop Windows. Così questi laptop si sono fatti carico di portare avanti la piattaforma, e sebbene siano sempre stati - e siano tuttora - prodotti estremamente di nicchia, sono sempre stati perfetti per quella categoria di utenti che svolge con il portatile un uso “da ufficio”, con poche applicazioni – soprattutto web e Office – e che necessita di un portatile sottile, leggero e silenzioso, con un’autonomia eccezionale e sempre connesso. Pur essendo prodotti perfetti per questo scenario, la scarsa flessibilità e il prezzo elevato hanno frenato l’espansione di questa categoria; così, nonostante le buone impressioni iniziali, la gran parte delle recensioni di questi prodotti negli anni ha continuato a ripetere che, sì, sono dispositivi interessanti, ma forse sarebbe stato meglio aspettare ancora qualche anno per acquistarli.
Poi sappiamo tutti come è andata: nel 2020 è arrivato Apple Silicon, con cui Apple ha dimostrato per la prima volta che i chip arm possono spingere i computer, e non solo quelli destinati a un uso da ufficio, ma anche i laptop ad alte prestazioni e i desktop destinati ai content creator. E oggi che tutti i Mac hanno arm all’interno si sente moltissimo la mancanza di un equivalente di Apple Silicon sui pc Windows.
Non è però che dal 2020 Microsoft abbia dormito: per prima cosa è arrivato un emulatore degno di questo nome, in grado finalmente di emulare la maggior parte delle applicazioni, e non solo quelle a 32 bit, con prestazioni migliorate di mese in mese. Nel frattempo è anche migliorato il supporto fornito da Qualcomm, che con la sua serie Snapdragon 8cx ha alzato l’asticella delle prestazioni raggiungibili da un pc Windows on arm, tanto che questa serie dopo aver spinto il Surface Pro X del 2019 è arrivata sul Surface Pro 8 e sul Surface pro 9 in parallelo alla classica versione basata su Intel, portando l’autonomia su un altro livello, un dispositivo sempre connesso, oltre ad ulteriori feature rese possibili dall’essere un SoC, in particolare quelle basate sull’intelligenza artificiale. Non solo: questo chip è poi arrivato all’interno di Project Volterra, un mini pc destinato agli sviluppatori con all’interno uno Snapdragon 8cx, pensato per fungere da kit di sviluppo, ma che se venisse venduto sarebbe un meraviglioso mini pc, perfetto per applicazioni aziendali o per essere usato come thin client.
Il Surface Pro 9 di Microsoft
Arriviamo dunque all’ultima – anzi, penultima – tappa di questo percorso: il 25 ottobre 2023, allo Snapdragon Summit, Qualcomm annuncia la rivoluzione: dal 2024 arriveranno i primi prodotti basati sul nuovo Snapdragon X Elite.
Snapdragon X Elite nasce da una storia ormai nota: un team di ingegneri che in Apple aveva dato vita ai chip della serie A prima e della serie M poi, consentendo all’azienda di abbandonare Intel sui Mac, aveva lasciato l’azienda per fondare una start-up, Nuvia, con l’intento di realizzare chip arm ad alte prestazioni per i data center. Questa start-up, tuttavia, è stata presto rilevata da Qualcomm, che aveva bisogno di un core ai massimi livelli nelle prestazioni per watt per un chip che fosse su un altro livello rispetto alla serie 8cx. Quel core è quello che oggi si chiama Oryon e il chip è il nuovo Snapdragon X Elite.
Nella seconda metà di quest’anno arriveranno i primi prodotti basati sul nuovo chip, e solo allora sarà possibile dare un giudizio, ma le prestazioni e l’efficienza promesse da Qualcomm sono strabilianti, al punto che dovrebbero avvicinarsi a quelle di Apple Silicon: e siamo solo alla prima generazione.
In tutta questa storia, Windows (e Microsoft) ha un disperato bisogno di questo nuovo Snapdragon: oggi si sente particolarmente la mancanza di un equivalente di Apple Silicon nel panorama Windows, perché sappiamo qual è l’esperienza d’uso di un pc basato su arm, e gli utenti si rendono conto che questa esperienza sarebbe un game changer anche su Windows. Mentre Microsoft ha ragione di preoccuparsi, almeno sul lungo termine, per la situazione di Windows: con Apple che guadagna quote di mercato nel segmento premium e i Chromebook che erodono quote di mercato nella fascia bassa, oggi, pur con una quota del 68%, Windows si trova nella situazione più precaria che abbia mai vissuto in decenni, peggiore persino di quella vissuta all’epoca di Windows Vista, nonostante oggi Windows sia un prodotto di qualità estremamente superiore rispetto a quel tempo. Solo con arm i pc Windows potranno abbassare il prezzo per competere con i Chromebook e migliorare il rapporto prestazioni/consumi per competere con i Mac basati su arm.
Allo stesso tempo Qualcomm ha un disperato bisogno di Windows. Con il settore mobile ormai saturo e minacciato da Mediatek oltre che dal nuovo modello di business di ARM, l’unica possibilità che ha Qualcomm di crescere ancora è quella di puntare al mercato dei pc, dove le possibilità di espansione sono enormi. Tuttavia Qualcomm per riuscire in questa impresa ha bisogno di un serio supporto da parte di Microsoft alla piattaforma Windows on arm, sia per quanto riguarda l’ottimizzazione del sistema, sia per quanto riguarda la ricerca del supporto degli sviluppatori terzi, senza i quali è impossibile costruire un mercato solido.
Microsoft però non è nella posizione di forzare una transizione come quella che Apple ha messo in atto per il Mac, perché non può abbandonare Intel, il partner di sempre, e perché Windows non è un sistema consumer, ma viene usato da aziende di tutto il mondo, spesso anche con software legacy che non viene aggiornato non da anni ma da decenni.
Ora sarà interessante vedere soprattutto come la comunità di sviluppatori supporterà Qualcomm e Windows, se sarà disposta ad investire tempo e denaro nel progetto, o se non vorrà sostenere i costi per supportare una nuova piattaforma. Se però si verificasse la seconda ipotesi sarebbe una enorme opportunità mancata, e alla fine a perderci sarebbero gli utenti.