Il 2025 potrebbe essere l’anno degli smartphone “semi-rugged”
Dopo anni in cui le aziende hanno provato a conquistare quote di mercato puntando sulle specifiche, siamo arrivati a un punto in cui bisogna puntare ad offrire smartphone concreti che le persone vogliono.
Eccoci qui con il primo pezzo del 2025 e con l’ingrato compito di rompere il ghiaccio, mentre tutti parlano delle nuove tecnologie presentate al CES, con un argomento che non interessa a nessuno e, per dirla in modo molto pirandelliano, non interessa poi tanto neppure a me.
Ma visto che i produttori hanno già iniziato a presentare la carrellata di smartphone che ci accompagneranno per tutto l’anno appena cominciato, mi sembrava giusto esaminare un fenomeno inedito, ma forse anche non completamente imprevedibile, che si sta verificando, che è quello enunciato nel titolo di questo breve articolo. I vari brand hanno iniziato a buttarsi – e probabilmente proseguiranno durante l’anno – nel segmento degli smartphone “semi-rugged”, cioè quei telefoni che mantengono forme e dimensioni classiche, a colpo d’occhio indistinguibili dai prodotti più tradizionali, ma che nascondono alcune caratteristiche tipiche dei prodotti “rugged” veri e propri, quelli che in Italia vengono spesso definiti volgarmente “telefoni da cantiere”.
Uno dei più significativi tra questi prodotti già annunciati è l’Honor Magic 7 Lite, che esternamente sembra solo un piccolo ritocco del Magic 6 Lite, ma che sotto il suo bel design nasconde una struttura in grado di resistere agli urti e alle cadute da un massimo di due metri di altezza, anche su materiali duri, monta una batteria da 6.600 mAh e un display protetto da un vetro temperato estremamente resistente ai graffi. Le prestazioni negli aspetti più classici come SoC, RAM, storage, display, fotocamere etc. sono invece adeguate alla categoria e alla fascia di prezzo, pur non facendo gridare al miracolo: allo stesso prezzo, 399 euro per il modello base, si trovano sicuramente telefoni più prestazionali; non è tuttavia questo il punto né lo spirito di questo prodotto.
Un altro modello sulla falsariga di questo, ma interessante per il suo prezzo ancora più contenuto, – e chi conosce gli smartphone rugged sa bene che si tratta di prodotti molto più costosi rispetto i loro equivalenti “normali” di pari prestazioni – è il Realme C75. A 229 euro questo telefono non ha assolutamente pretese di offrire buone prestazioni o belle fotocamere, ma, forse ancora di più rispetto all’Honor, punta tutto sull’essere utilitario e resistente. D’altra parte, si fregia della certificazione di grado militare MIL-STD-810H, vetro temperato super resistente e certificazione IP69 per la protezione dall’ingresso di liquidi e polvere, una delle migliori in circolazione, superiore persino alla gran parte dei top di gamma, che si fermano alla classe IP68. La batteria è da 6.000 mAh, e in tutto questo il design resta molto tradizionale, praticamente indistinguibile da quello di un modello privo di ambizioni rugged.
Honor Magic 7 Lite
Realme C75
Per quanto questi non siano telefoni che possano far presa sul pubblico degli appassionati, è indubbio che si tratta di modelli che rispondono alle esigenze di una larga fetta di consumatori, persone alle quali non interessa nulla delle prestazioni, che usano il telefono solo per chiamare, inviare qualche messaggio e navigare un po’. Persone che non si accorgono nemmeno di avere una pessima fotocamera, perché non la usano, o scarse prestazioni, ma che vogliono uno smartphone resistente, che se cade per terra lo si possa raccogliere e continuare a usare come prima e che abbia una batteria che dura tanto, perché non hanno voglia di calcolare e gestire i tempi delle ricariche. E sono più persone di quanto si possa credere, non per forza anziane, a cui semplicemente la tecnologia non interessa.
Dopo anni in cui le aziende, soprattutto orientali, hanno provato a conquistare quote di mercato puntando sul design e sulle specifiche, siamo arrivati a un punto in cui l’innovazione nel settore è talmente scarsa e il mercato talmente saturo che l’unico modo per aumentare la propria base installata senza disporre di un ecosistema software credibile come quello di Samsung o di Apple è quello di offrire prodotti concreti che le persone vogliono. E non è per forza del tutto un male, visto che forse finalmente nel 2025 quello che è stato storicamente un segmento trascurato, relegato a poche specifiche opzioni nemmeno tanto convincenti per gli “addetti ai lavori”, potrebbe vivere una seconda giovinezza e far felici milioni di consumatori “normali” che da anni cercavano proprio quello.